A cura della Fondazione Milano Policroma
Testo di Riccardo Tammaro
Nel nostro excursus storico sull'edificio della Senavra siamo ormai
giunti alla fase finale, quella di trasformazione dell'edificio in chiesa
parrocchiale, nel rispetto delle forme originali, sotto l'occhio attento della
Sovrintendenza ai Beni Culturali, per giungere alla sua forma attuale.
A coronamento del non indifferente lavoro di costruzione della chiesa
provvisoria, di cui abbiamo parlato nel precedente articolo (e quasi a premio
per la buona riuscita), il Cardinale Arcivescovo Montini eresse canonicamente,
con decreto arcivescovile del 6 luglio 1959, la Parrocchia Prepositurale del
Preziosissimo Sangue, e le diede piena autonomia giudiziaria.
Nel 1962 fu iniziato il lavoro di riconversione dell'edificio da manicomio
(o meglio ricovero di poveri, quale era stato nell'ultimo periodo) a chiesa
parrocchiale.
Come ricorda il signor Giulio, che attualmente svolge servizio di volontariato
nella parrocchia dei Santi Michele e Rita al Corvetto, e che partecipò
attivamente a quella trasformazione edilizia, «all'epoca nell'edificio
c'era un ballatoio, sul tipo di quelli delle case di ringhiera, che divideva
lo spazio in quattro stanzoni; vi erano poi tante piccole stanzette.
Sul lato di via Cipro, ove fino agli anni '40 si trovava un elegante
campaniletto a vela, c'erano ancora le macerie dovute al crollo
dell'ala a causa di un bombardamento durante la seconda guerra mondiale.
I mattoni ricavati dalle demolizioni dei muri interni furono utilizzati
per la facciata verso corso XXII marzo e per la parziale ricostruzione del
lato su via Cipro».
Per avere una descrizione ancor più precisa dell'intervento edilizio
possiamo rifarci ad un documento di progetto dell'epoca che recita così:
«L'appezzamento di terreno destinato alla Chiesa ed alle opere parrocchiali
ha un'area complessiva di 5300 metri quadrati.
Al centro sta il vetusto edificio della Senavra, che consta di due corpi
uniti assieme formanti un angolo retto. Il corpo di fabbricato prospiciente
sul corso XXII marzo, della lunghezza di 60 metri e della larghezza interna di
18 metri, sarà tutto svuotato internamente; rimarranno solo i muri perimetrali,
che delimiteranno la nuova chiesa, la quale avrà internamente un'area di circa
100 metri quadrati.
Nel seminterrato sotto la Chiesa si realizzeranno diverse aule per i
ragazzi ed un ampio salone teatro, oltre ad una palestra, di circa 300 metri
quadrati, che permetterà le partite di pallacanestro al coperto ed altri
sport».
Come si vede, quindi, un progetto di rilievo, che prevedeva altresì
che, al posto della chiesa provvisoria (demolita quando fu pronta la chiesa
definitiva) sorgesse il cortile destinato alle ragazze dell'oratorio femminile
(ospitato nell'ala prospiciente via Cipro), mentre per l'oratorio maschile
era destinata l'area posta ad est della Senavra, per una estensione di più
di duemila metri quadrati.
La realizzazione delle opere parrocchiali venne portata avanti con costanza
dal già citato primo parroco, Don Giarlanzani, e a tutt'oggi esse sono ben
visibili, come pure la targa che, posta sulla facciata principale, ricorda
l'origine di questo edificio, unitamente alla dedicazione della parrocchia.
Passando alla parte artistica, con cui concluderemo questa ricostruzione
della storia dell'edificio, si può osservare come i grandi stanzoni del vecchio
ricovero siano stati convertiti in un ampio volume luminoso (alle finestre si
possono ancora notare le inferriate), che si conclude con un elegante altare
sovrastato da un finissimo complesso bronzeo, comprendente un crocifisso, opera
vivace ed immediata di Rosario Ruggiero, artista calabrese nato nel 1955,
realizzata verso la metà degli anni Ottanta del ventesimo secolo, prima che
l'artista si trasferisse a San Francisco, in California.
Nella cappella retrostante si possono osservare altre opere d'arte, tra cui
un imponente crocifisso ligneo, posto alle spalle dell'altare, mentre sulle
pareti della navata principale si possono trovare numerosi oggetti artistici
di un certo valore, quali quadri e sculture; notevole il fonte battesimale.
Siamo così giunti al termine del nostro racconto, che ci ha portato
attraverso i secoli a ricostruire un pezzo della storia della nostra zona e,
possiamo ben dire, della nostra città.